Matteo Quinto
Matteo Quinto frequenta il Dottorato in Studi Umanistici Transculturali presso l’Università degli Studi di Bergamo. Si è occupato di intermedialità, di non-fiction nel cinema e nella letteratura e di cinema di animazione. Ha pubblicato saggi su Hayao Miyazaki, Brian De Palma, Jonathan Littell, Marco Bellocchio, Ari Folman e Antonio Franchini; ha curato volumi su Erich Auerbach (Pavia University Press 2018), Dario Fo (Pavia University Press 2018) e Pier Paolo Pasolini (Interlinea 2019).
Sessione IV - 31 maggio 11.15
Ri-animare la memoria.
Referenzialità e intermedialità nel documentario animato
L’intervento parte dalla constatazione che, con il passare del tempo, i documenti storici perdono significato: il loro legame con la realtà viene dimentico, il ricordo del contesto di cui sono traccia si fa più sfumato, ma soprattutto il senso attribuito loro diventa meno cogente e rilevante per il presente. In risposta a questo fenomeno sono state attuate, sia in campo storico che artistico, le più svariate pratiche di recupero e di ri-significazione della memoria.
In questo intervento intendo analizzare in particolare una di queste pratiche: il ricorso all’intermedialità all’interno del documentario di animazione. Questo genere ibrido mira ad unire un’interpretazione soggettiva a una base documentale forte, mettendo in relazione le retoriche della testimonianza e dell’oggettività con le risorse espressive della creatività e della verosimiglianza. In questa prospettiva uno degli strumenti più efficaci per ri-significare la memoria, e dunque ri-animarla, è proprio il rapporto intermediale tra immagini referenziali e disegni animati.